Dal 30 novembre 2024 al 9 febbraio 2025, presso Galleria San Ludovico, in mostra le sculture di Jo Endoro, artista versatile, capace di fondere la tradizione classica con i linguaggi espressivi contemporanei mescolando tecniche antiche e moderne. Le dodici opere scultoree in bronzo e marmo esposte condurranno il pubblico in un’esperienza immersiva, accompagnata dalle musiche create appositamente dal duo Marozza Amadei, violino e violoncello. 

Jo Endoro ha scelto di rappresentare le sei emozioni primarie dell’uomo, andando oltre la sola espressione facciale e incorporando i gesti delle mani. Ogni scultura combina volto e mani in un dialogo emotivo, realizzato in bronzo lucido attraverso la tecnica della cera persa. Questa collezione esplora la ruota delle emozioni, un linguaggio universale che connette ogni individuo.

• La scultura “Paura” raffigura un volto teso con mani che cercano protezione, trasmettendo l’istinto di ritirarsi e difendersi da una minaccia invisibile. L’opera cattura la tensione del momento e la vulnerabilità dello spirito umano di fronte all’ignoto.
• In “Rabbia,” il volto e le mani sono rigidi, esprimendo la potenza di un’emozione che guida all’azione e alla reazione. L’intensità della rabbia scolpita nei tratti e nei movimenti delle mani, come pronte a esplodere.
• “Tristezza” mostra un volto abbassato e mani che cercano conforto, come se sostenessero un cuore pesante. L’opera riflette una profonda malinconia e la ricerca di sollievo, rappresentando la fragilità e la solitudine spesso legate a questa emozione.
•  In “Sorpresa,” il volto e le mani sono aperti, catturando un momento inatteso. L’espressione è sospesa in uno stato di scoperta, esplorando lo stupore e l’apertura a nuove esperienze.
• “Disgusto” ritrae una smorfia e un movimento delle mani che allontanano, una reazione viscerale a qualcosa di intollerabile. La scultura rappresenta l’istinto di prendere le distanze da ciò che ci respinge, fisicamente ed emotivamente.
• “Felicità” mostra un volto rilassato, con mani in un gesto aperto e accogliente. L’opera trasmette serenità e gioia, catturando un momento di appagamento e contentezza interiore.

Arricchiscono l'esposizione quattro sculture in marmo bianco di Carrara che ritraggono frammenti di volti realizzati con fibra naturale di cocco. Ogni scultura simboleggia un membro della famiglia dell'artista, celebrando l’unità e i legami familiari. L’incontro tra la purezza del marmo e la texture naturale della fibra di cocco permette a Jo Endoro di spingere l’estetica del frammento all’estremo. 

Completano la mostra le due sculture in bronzo della collezione The Golden Mask nata durante il periodo trascorso da Jo Endoro a Santo Domingo, dove i materiali tradizionali per la scultura sono difficili da reperire. Qui, la fibra di cocco diventa un elemento centrale della sua creatività, permettendogli di unire la texture orgorganica alla resilienza del bronzo.

"Il mio lavoro esplora il confine tra passato e futuro, unendo l’eleganza della scultura classica con le possibilità offerte dalle tecniche moderne." afferma l'artista "Ogni opera nasce dalla ricerca di un equilibrio ideale e dall’aspirazione a creare una bellezza che trascenda il tempo. Per me, la scultura non è soltanto forma; è un linguaggio attraverso cui comunico persistenza e trasformazione."

Jo Endoro è il nome, adottato da un professionista nato in Friuli nel 1971, per firmare le opere scultoree e pittoriche che realizza da una decina d’anni, nei tre studi (in Italia, Pietrasanta; negli USA, Miami; nella Repubblica Dominicana, Santo Domingo) in cui lavora. Le sue sculture fondono la tradizione classica (in particolare, di Antonio Canova) con alcuni dei linguaggi contemporanei, inseguendo il rigore e la bellezza senza tempo del retaggio dell’antico. I suoi dipinti, realizzati a Santo Domingo e Miami su teloni di cotone utilizzati sui treni per il trasporto della canna da zucchero e su pannelli di legno riciclato, ripropongono le visioni dell’antichità greco-romana e del Rinascimento, contaminate con le suggestioni dei linguaggi del moderno, quali la stessa street art. Tra le mostre dedicategli ricordiamo quella alla Reggia di Venaria con testi introduttivi in catalogo di Guido Curto, Elisabetta Sgarbi e Vittorio Sgarbi.

La mostra è a cura di Elena Bondesani e realizzata con il patrocinio e la collaborazione dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma.