Giunge alla sua seconda edizione Parma Moving Festival, il festival di danza e arti performative negli spazi pubblici della città, intitolato solo cose belle, che si svolgerà a Parma dal 16 al 20 settembre, con la direzione artistica di Daniele Albanese, promosso da Europa Teatri e realizzato con il contributo di Comune di Parma e Fondazione Cariparma, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario del Comune di Parma e il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico.
Spettacoli, creazioni site specific, talk compongono il programma del Festival che, dopo l'edizione 2023, in cui per la prima volta si sperimentava l’incontro tra gli spazi pubblici della città e il linguaggio della danza contemporanea, arriva con l'edizione attuale all’inizio di una progettualità più ampia tracciando direzioni e forme da sviluppare nei prossimi anni. Punto nodale e identitario del Festival è sempre quello di avvicinare il pubblico ai linguaggi della danza, che a loro volta si trasformano attraversando spazi inusuali e nuovi modi di porre la performance. L'intento di questa nuova edizione - alla quale sono stati invitati artisti del panorama italiano tra i più interessanti per la raffinata ricerca artistica - è quella di mescolare ambiti diversi attraverso i linguaggi della danza, per rivalutare gli spazi urbani, attraversandoli e abitandoli. Gli spettacoli saranno disseminati in piazze e luoghi all'aperto, così come negli spazi del Museo Cinese e del Teatro Europa.
Ad inaugurare il Festival sarà la giovanissima Compagnia Parini Secondo x Bienoise che, dopo il successo dell'anno scorso, lunedì 16 settembre, alle ore 18, presenterà in Piazza Garibaldi, la nuova creazione HIT OUT, versione agile e compatta del nuovo progetto coreografico e musicale in cui il salto della corda viene utilizzato come elemento percussivo per manifestare i ritmi incarnati. Dopo un anno di preparazione atletica, supportata dalla comunità di jumpers italiana e sponsorizzata dalle corde di MarcRope - Make your cardio an art di Milano, il gruppo si focalizza sul suono che produce la corda saltata, sviscerandone le possibilità timbriche. Le saltatrici in scena Sissj Bassani, Martina Piazzi, Camilla Neri e Francesca Pizzagalli, eseguono una partitura ritmica e coreografica in cui single-under, side-swing e double-under sono sia elementi atletici che musicali. Il susseguirsi martellante dei colpi di corda diventa eco della ribellione contro quelle forze che ci vorrebbero immobili, stese a terra con gli occhi chiusi.
Lo stesso giorno, al Teatro Europa, alle ore 21, Pietro Pireddu, tra i coreografi emergenti del panorama italiano, torna a Parma con Panimundu, una riflessione sull'identità della performance e sulla percezione. Panimundu è una forma di vita complessa, un'entità fatta di corpi nello spazio, di azioni che sono la linfa che nutre questa forma di vita, di percorsi che sono il risultato di scelte particolari e di movimenti interni. Le interpreti Carolina Amoretti, Chiara Casiraghi e Giulia Gilera fanno esperienza di se stesse e della propria unicità, sperimentando un approccio riflessivo che le dispone a osservare il proprio operato nel momento in cui esso si produce, si riproduce, si attiva.
Martedì 17 settembre, alle ore 17, nel cortile della Biblioteca Civica, Lucia Palladino, artista transdisciplinare e ricercatrice nei campi della performance, della coreografia e della scrittura, presenta Correspondances into the forest, un invito alla pratica dell’ignoto che si sposta non appena viene nominato, esercizio di lotta di resistenza contro il sistema di produzione capitalista che domina l’intero sistema di conoscenza. Il linguaggio verbale viene indagato da un punto di vista ontologico, ossia come questo diventa produttore di conoscenza.
Alle ore 18.15 alla Biblioteca di Alice, al Parco Ducale, Dehors/Audela presentano Mentre tutti intorno fanno rumore, concept di Salvatore Insana e Elisa Turco Liveri, coreografia Elisa Turco Liveri, con Alice Ruggero, Andrea Sassoli, Cecilia Ventriglia, versione outdoor del secondo frammento del progetto Aporie, nato nel 2019 grazie al sostegno del CNDC La Briqueterie di Parigi. Frutto di una serie di esperimenti, adattamenti e sospensioni temporali, Mentre tutti intorno fanno rumore si colloca nello spazio infrasottile tra pelle e abito, il tessuto che contemporaneamente separa e connette, cercando la stessa possibile relazione tra i corpi in movimento e lo spazio/paesaggio attraversato, negoziando e dissolvendo la distinzione tra interno ed esterno.
Quattro azioni in quattro spazi pubblici della città: Laboratory, mercoledì 18 settembre, si snoderà in due luoghi del centro storico, P.le F. Borri (ore 18) e P.le San Lorenzo (ore 18.30), e in due dell'Oltretorrente, P.le Picelli (ore 19) e Via D'Azeglio/Portici Ospedale Vecchio (ore 19.30), con le brevi azioni coreografiche dei danz-autori Riccardo De Simone, Chiara Montalbani, Manfredi Perego, Danilo Smedile. I quattro artisti proporranno linguaggi diversi tra loro, accomunati da grandi capacità tecniche e spiccata sensibilità allo spazio. Quattro improvvisazioni che permetteranno ad alcuni angoli della città di prendere vita in modo nuovo per il pubblico e per i passanti.
Giovedì 19 settembre, alle ore 18 alla Biblioteca Pavese, C.G.J. Collettivo Giulio e Jari presenterà “Fuego”, un formato coreografico e sonoro che si nutre di un continuo divenire, declinando sviluppi, intenzioni e slanci in un flusso costante. Elementi sciamanici e ipnotici sono integrati per creare un'esperienza immersiva, influenzando movimenti e percezioni. Questa interazione tra corpo e suono evoca una trance collettiva, trascende la realtà quotidiana e invita ad un viaggio interiore trasformativo.
A seguire, già ospiti della prima edizione del Festival, il filosofo Maurizio Zanardi e Alessandro Pontremoli, professore ordinario di Discipline dello Spettacolo all’Università degli Studi di Torino, a partire dai loro rispettivi e differenti ambiti di ricerca attorno alla danza, saranno i protagonisti del Talk “La danza e il potere”.
Venerdì 20 settembre, alle ore 21, al Teatro Europa, Michele Di Stefano/mk presenta “Sfera #uno stato eternamente nascente”. Come una scacchiera in disequilibrio, lo spettacolo è un assemblaggio di corpi che cercano una loro intesa sperperando parole e gesti, a caccia di un’alleanza fisiologica, una nuova forma di intimità. Il suono della voce e la danza vengono spazializzati come in un Kecac, rito della tradizione balinese costruito da una esplosione di suoni generati da un complesso poliritmo vocale per assolvere ad una funzione scaramantica, risvegliare i morti e garantirsi protezione contro le minacce ambientali. Un rito che se oggi è diventato occasione di intrattenimento per turisti, non ha perso nulla del suo fascino visionario. Sulla base di questa suggestione, l’intento è quello di restituire alla corporeità la sua funzione magica, strumento capace di rimescolare i rapporti tra gli individui e favorire la nascita di danze che da quell’intesa tra corpi prendano vita.